Grande, Grande, Grande Mina!

Non essendo in possesso di un significativo ricordo proveniente dagli anni in cui si esibiva, ciò che sono in grado di riportare come esperienza diretta si riassume in due straordinarie canzoni: Acqua e Sale in coppia con Adriano Celentano e la cover di Oggi sono io di Alex Britti.
In entrambi i casi sono rimasto estasiato, incantato; onestamente incredulo.
Se non l’avete capito (allora siete dei selvaggi), sto parlando di MINA!
Oggi compie ottant’anni la voce simbolo dell’Italia del boom, una delle ugole benedette del gotha mondiale. Un’artista completa; un personaggio formidabile, esuberante e compassato al contempo, finissimo e pur sempre umano, ciò non di meno divino, grazie alla sagacia, l’umiltà, l’intelligenza sopraffina che hanno concorso alla decisione, in tempo perfetto, di uscire di scena e divenire così icona pur tuttavia schiva, misteriosa ma presente come una vigile custode del bel canto e di tutto ciò che resta della musica italiana.
Allorché un giovane inesperto come me, manchevole di tutta quell’esperienza televisiva fondamentale, quella degli albori, quella degli anni Sessanta, possa apprezzare il contenuto, il concetto di Mina, si dovrà ricorrere allo studio, all’esegesi, alla ricerca archivistica: posso ben dire che non è stata una fatica.
Non mi dilungherò in elenchi o cronache ma posso dirvi che ciò che ho visto in anni di teche Rai è una donna che sfida ogni limite e lo oltrepassa senza mai andar fuori dalle righe. Si tratta di una delicata ricetta, dosata con perizia, i cui ingredienti sono le doti canore, l’arte dell’intrattenimento, il carisma, il fascino, la disinvoltura, l’eleganza e l’educazione. Si potrebbe asserire di essere di fronte alla realizzazione umana del “made in italy”.
Mina ha cantato come mai nessuno aveva osato. Ha colto note allora considerate irraggiungibile da chi non fosse parte della ristretta cerchia della lirica. Mina ha sedotto un intero Paese senza l’uso delle gambe, ma con l’uso della voce e con la gradevole espressione del suo personaggio. Mina ha divertito perché si è divertita e questo si vedeva nei suoi occhi. Mina ha compreso l’esigenza della riservatezza capendo quando fosse giunto il momento di ritirarsi per lasciare ai posteri quella “Mina” che oggi conosciamo. Non è semplice dire basta. Ci vuole l’acume di chi sà che oggi sarebbe finita dalla D’Urso a ciarlare deliranti notizie del più squallido e degradante gossip.
E lei ha visto il futuro ed ha compreso che la musica, la grande musica, la si può e la si deve continuare a fare, senza per forza risultare una macchietta, una marionetta in pasto alle televisioni e alla lordura della massificazione sociale dello spettacolo fine a se stesso.
Uno spettacolo indegno, un gioco patetico a cui Mina non può certo piegarsi; lei deve rimanere ferma nel tempo e nello spazio. E oggi, regalare a tutti noi, ogni anno, un frammento della sua essenza.
Una canzone, una partecipazione, una parola.
Tutti, in Italia e nel mondo, la riconosciamo subito, quando dal suo invisibile pulpito si palesa a noi con qualche nota sopraffina, quasi da sentirne l’aroma.
Ed è un’altra occasione per commuoverci e per essere fieri di noi stessi, in quanto potenzialmente, ogni italiano può essere Grande, Grande, Grande come Lei!

Auguri meravigliosa MINA !



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